La direzione della Campari nel 2027 lascerà la sede di Sesto San Giovanni. Lo fa nel rispetto della convenzione sottoscritta con l’allora Sindaco Giorgio Oldrini. Quest’annuncio ha scatenato polemiche come giusto che sia, ma anche affermazioni fuori dal seminato da parte di chi dovrebbe mantenere un profilo istituzionale.
Si può criticare l’intervento per la tipologia e per i volumi, si può anche definirlo speculativo, naturalmente rapportando parametri di allora e di oggi. Anche se chi amministra oggi dovrebbe ricordarsi e ricordare che in materia di premialità su piccoli e grandi interventi non è secondo a nessuno.
Potremmo fare un elenco che va dalle aree Falck al più modesto recupero edilizio, attraversando anche aree centrali una volta sedi di società di servizio con capannoni, locali mensa e officine su cui è stata annunciata dalla stessa amministrazione una riconversione abitativa naturalmente ipotizziamo con premialità. Peraltro in un contesto urbanistico già fortemente penalizzato. Oppure potremmo ricordare la concessione gratuita ultra quarantennale senza alcun ritorno economico di un’area pubblica come la ex piscina.
Sono scelte politiche amministrative che riteniamo sbagliate ma che fanno parte della cultura o incultura di chi le compie. L’allora sindaco Oldrini scelse di non consolidare un vuoto dopo il trasferimento della produzione dovuto al riassetto aziendale della Campari con l’acquisizione di altri marchi che richiedevano la produzione in loco. Fece bene, fece male? Scelse la strada che avrebbe impedito un’altra telenovela di area dismessa. La discussione di queste ore sui social sa di stantio, di un pruriginoso modo di guardare gli altri dal buco della serratura e non aver il coraggio di guardarsi allo specchio.
Io la politica la intendo diversamente, analizzando i problemi, cercando soluzioni e dando risposte. Il resto lo lascio alle comare da ballatoio.
Paolo Vino
Segretario Politico
Lista Civica Giovani Sestesi e Lista Popolare X Sesto