Giovani Sestesi - La storia

1998: NASCE IL MOVIMENTO GIOVANI SESTESI

Il movimento dei GIOVANI SESTESI nasce in contrapposizione di un sistema Maggioritario Bipolare forzato ma soprattutto dopo la distruzione di una intera classe politica e dei loro partiti storici Tradizionali che in un sistema proporzionale all’italiana hanno governato da sempre il nostro paese.Dopo una attenta analisi di come Sesto San Giovanni e stata governata e proprio per un nuovo sistema elettorale dove vede alleanze politiche forzate e innaturali ho pensato di dare vita ad un nuovo movimento politico equidistante dai due poli di Centro-destra e Centro-Sinistra formato e basato su persone non politiche ma che avessero puro interesse e voglia di fare per migliorare e cambiare Sesto San Giovanni ma soprattutto persone che con la loro intelligenza e la loro semplicità creassero un modo nuovo di fare politica e per tutto questo servivano dei Giovani si dei Giovani Sestesi.GIOVANI SESTESI il nome del movimento che stava per nascere, adesso si doveva trovare chi volesse partecipare, contribuire ma soprattutto condividere questo mio pensiero ed avventurarsi in una situazione politica mettendosi in gioco mettendo la propria faccia insomma mettendosi in gioco anima e corpo.Erano le 2,00 di notte circa, non riuscivo a dormire pensavo ai GIOVANI SESTESI e a chi potesse parteciparvi così cominciai a sfogliare la mia rubrica telefonica personale e presi dei nomi e dei numeri di telefono e così dopo mezz’ora il primo gruppo di persone venne fuori, ero carico di entusiasmo cominciavo ad immaginare come questa avventura che stava per nascere prendesse forma.Continuai nei giorni successivi nella ricerca di persone e con grande successo mi accorsi che avevo molti amici che potevo contattare, amici con molte qualità e che nel mondo del lavoro occupano grazie alle loro capacità posti di prestigio, ma le persone non bastavano bisognava stilare un piccolo e semplice programma da sviluppare successivamente con l’aiuto di tutti coloro che avrebbero partecipato ma soprattutto avrei dovuto trovare argomenti e motivazioni che avrebbero colpito e convinto coloro che da li a poche settimane sarebbero diventati i candidati della Lista Civica dei Giovani Sestesi.Avevo creato anche una decina di loghi però sarebbe stato il gruppo che a maggioranza avrebbe deciso quale sarebbe stato il nostro simbolo insomma il logo dove identificarci, così messi insieme un po’ di pezzi di questo puzzle bisognava incominciare contattare le persone, ero emozionato si perché per la prima volta avevo l’occasione di fare qualcosa di positivo per quella che è da sempre la mia città e sopratutto con persone con cui ho vissuto molti momenti ed esperienze di vita, si perché le persone che avevo scelto non erano altro che ex compagni di scuola, amici d’infanzia, alcuni familiari e altri erano persone con cui avevo rapporti di lavoro dove la reciproca stima era davanti a qualsiasi contratto scritto.Incomincio a telefonare e con molto stupore ricevo tantissime risposte positive ma la cosa che mi colpiva di più era una frase che quasi tutti hanno citato “Paolo se ci sei tu ma soprattutto se la organizzi tu conta pure su di me” queste persone credono in me e io non posso deluderle questo è stato il mio primo pensiero e così è stato.Dovevamo riunirci si ma dove? Così chiesi a mio padre il suo ufficio senza accennare a lui del mio progetto e non mi disse di no anche se successivamente ebbe qualche dubbio.Era il 00 marzo 1998 l’appuntamento era stato fissato per le 21,00 ma già dalle 19,30 (orario in cui smetto di lavorare) non stavo più nella pelle ero emozionato ma soprattutto molto nervoso eppure non avrei dovuto esserlo visto che in fondo avrei incontrato e parlato con amici e tutto doveva essere più facile ma non fu così visto che un forte mal di testa mi fece compagnia tutta sera al punto che alla fine ebbi bisogno di un antidolorifico.Andò tutto bene, solo un paio di loro non poterono partecipare per motivi di famiglia ma chiesero di rimanere costantemente informati e realmente lo fecero si perché durante tutta la campagna elettorale continuarono a chiamare per scusarsi e per sapere dell’andamento di quell’avventura che tanto avrebbero voluto fare loro.Il gruppo si era formato rimaneva da scegliere il simbolo e per quello impiegammo pochi minuti però bisognava creare i gruppi di lavoro visto che avevo già individuato un candidato a Sindaco, un direttivo, un Committente Responsabile, un capo lista, un addetto stampa e uno che si occupasse di organizzare comizi e banchetti elettorali e infine un contabile ovviamente le mie erano proposte visto che io stesso facevo da collante per tutti loro anche se alcuni si conoscevano.Non mancava nulla, tutto proseguiva per il verso giusto e con il giusto entusiasmo, così cominciammo a lavorare su quella bozza di programma da me scritto in un una notte di insonnia, ovviamente non si impiegò molto a modificare quelle poche righe così con le idee del gruppo partorimmo un programma semplice e facile da presentare ai cittadini Sestesi un programma che aveva poco di politica e molti cambiamenti nel bene di tutti.Ma no era tutto qui adesso arrivava la parte burocratica, come si costituisce e si partecipa ad una tornata elettorale visto che da lì a poco ne avremmo dovuta affrontare una.Incominciammo ad informarci negli uffici competenti quali erano le modalità per presentare una lista e già lì si presentò il primo ostacolo un ostacolo che ci permettesse di esserci.Dovevamo raccogliere 400 firme di persone che allo stesso tempo non avessero firmato per altre liste e devo dire che non fù poi così difficile trovammo molta disponibilità e stimoli da parte della gente ma non era tutto lì così preparammo le varie modulistiche che sarebbero servite per completare il famoso puzzle.Fatto tutto questo cominciammo ad entrare nel vivo della campagna elettorale incominciavamo a ricevere inviti da parte di televisioni e radio locali, i giornalisti locali e nazionali ci cercavano per intervistare sia il candidato a Sindaco che il capo lista e mentre loro si occupavano di tutto questo il resto del gruppo dopo il lavoro e durante il loro tempo libero ( a volte tolto alla propria famiglia ) faceva una assidua campagna elettorale scendendo per le strade di Sesto cercando di portare a più persone possibile il pensiero e i motivi per il quale si sta facendo tutto questo mettendo ben in vista la propria faccia.Trovammo come pensavamo alcune difficoltà d’altro canto non eravamo un partito Nazionale con alle spalle strutture enormi e quindi la nostra visibilità fù molto schiacciata dai due schieramenti, ma questo non era motivo per fermarci, andammo avanti con i nostri mezzi, andammo in centri sportivi, centri per anziani, circoli e presentammo la lista e i candidati attraverso una conferenza stampa presso sala del camino in Villa Puricelli Guerra, anche quella positiva, c’erano molte persone presentammo programma e persone e quelle che sarebbero state le iniziative elettorali.Venne il giorno che dovevamo recarci a Monza perché lì si decideva mediante un sorteggio la posizione dei simboli sulla scheda elettorale ricordo che entrambi sia io che Gianni (comm. Resp.) ci guardammo in faccia e a fine sorteggio scoppiammo a ridere come due stupidi senza sapere se quelle erano risate di gioia o semplicemente un riso isterico amplificato dalla tensione di trovarci li e per quel motivo in quel momento.Non è stato tutto rosa e fiori, ovviamente la “competizione” c’era anche all’interno e più si avvicinava la data dell’elezioni e più cresceva la voglia di arrivare, arrivare lì dove si può contribuire al futuro della città.26 Maggio 1998 ci riuniamo nel mio ufficio per aspettare i risultati elettorali, tensione, emozione, rabbia e dubbi se abbiamo fatto tutto.Ormai i giochi erano fatti bisognava attendere e vedere dove saremmo arrivati.Prendemmo 214 voti di preferenza e 540 voti di lista, un risultato a mio parere favorevole ma non tutti la pensavano come me, c’erano persone deluse dalle aspettative ma nonostante tutti ci siamo dati appuntamento da li ad una settimana per decidere del futuro del movimento.Trascorsi sette giorni puntuali come un orologio svizzero ci siamo incontrati, non mancava nessuno e l’imperativo era “andiamo avanti” e fu proprio così.