C’è molta retorica, con forzature propagandistiche nella celebrazione dei 163 anni dell’Unità d’Italia, voluta dal Comune. Con una ridicola sgrammaticatura storica e istituzionale viene applicato il manuale Cencelli, un po’ a te e un po’ a me.
Cosi l’Unità d’Italia diventa Unità nazionale cosi come la giornata della festa del tricolore già celebrata il 7 gennaio per i 227 anni di ricorrenza e quella della costituzione i cui 76 anni si celebrano il 2 giugno.
Più che la ricorrenza storica, sembra di assistere a Masterchef dove un concorrente confuso e impreparato prepara una maionese impazzita.
Ultima osservazione è sull’abbinamento al canto dell’Inno d’Italia con il Va pensiero. Se è vero come è vero che Giuseppe Verdi oltre a portare in scena la disperazione per la loro Patria dagli ebrei imprigionati, volle esprimere il dolore per l’oppressione del popolo italiano prima dell’Unità d’Italia e dunque questo abbinamento ci può anche stare, è altresì vero che in questo contesto storico confusionale rappresentato dall’amministrazione comunale, questa scelta rischia di fare la fine dell’acciuga sotto sale su un tiramisù.

Paolo Vino

Lista Civica Giovani Sestesi e Lista Popolare X Sesto

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